Il tumore alla prostata potrebbe essere legato al colesterolo alto. È quanto dimostrato in modo diretto per la prima volta da ricercatori italiani dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Questo legame diretto tra ipercolesterolemia e cancro alla prostata suggerisce che le statine, i farmaci riduci-colesterolo, potrebbero essere un mezzo preventivo contro tale neoplasia. Lo studio, condotto dall’epidemiologa Francesca Bravi, è stato pubblicato sugli Annals of Oncology.
Dalla ricerca è emersa per la prima volta in assoluto pure l’esistenza di un nesso diretto tra cancro e calcoli biliari, che però a loro volta potrebbero dipendere dal colesterolo alto. Gli epidemiologi hanno considerato un campione di individui raccolto tra 1991 e 2002 in ospedali di quattro differenti aree italiane: 1294 uomini sotto i 75 anni e con diagnosi di cancro alla prostata e un gruppo di controllo di 1451 coetanei ricoverati negli stessi ospedali per diverse patologie ma non malati di cancro alla prostata.
Tutto il campione è stato sottoposto a vari colloqui e personale qualificato ha somministrato loro diversi questionari per raccogliere dati sul loro stato di salute e su eventuali patologie di cui soffrivano o avevano sofferto in passato. Gli epidemiologi hanno centrato l’attenzione su dieci diverse condizioni mediche di cui potevano aver sofferto i partecipanti, tra cui appunto l’ipercolesterolemia e i calcoli biliari. Elaborando tutti i dati raccolti è emersa la forte associazione tra cancro alla prostata e ipercolesterolemia.
In particolare è emerso che la probabilità di aver sofferto in passato di colesterolo alto tra gli individui malati di tumore era del 50 per cento più alta rispetto ai maschi del gruppo di controllo. Inoltre emerge l’importanza dell’età in cui i pazienti avevano una condizione di colesterolo alto. Infatti l’associazione tra ipercolesterolemia e tumore alla prostata è apparsa molto più marcata quando il colesterolo alto era stato evidenziato nei pazienti prima dei 50 anni o dopo i 65. Tra le dieci condizioni cliniche considerate è emersa anche l’associazione tra calcoli biliari e tumore: i pazienti con il cancro avevano sofferto di calcoli biliari con probabilità del 26 più alta rispetto al gruppo di controllo.
Questa ulteriore associazione, anche se statisticamente non così significativa, avvalora la tesi degli epidemiologi milanesi: poiché il cancro alla prostata dipende dagli ormoni sessuali maschili, gli androgeni, e poiché questi ormoni sono sintetizzati proprio a partire dal colesterolo, è possibile che l’ipercolesterolemia si traduca in un aumento eccessivo di androgeni che favorisce la genesi del cancro. Questa tesi è confortata dal fatto che i calcoli biliari sono a loro volta legati al colesterolo alto e sono spesso composti di colesterolo: la relazione diretta trovata tra calcoli biliari e cancro alla prostata si spiegherebbe quindi a sua volta col rapporto tra colesterolo, androgeni e cancro.
Questa associazione così forte è importante non solo perché conferma l’impatto degli stili di vita sul rischio cancro, ma anche perché suggerisce, come già dimostrato in via preliminare con studi di laboratorio, che le statine, i farmaci contro il colesterolo alto più prescritti, potrebbero avere efficacia preventiva contro il cancro alla prostata.
Fonte: Self-reported history of hypercholesterolaemia and gallstones and the risk of prostate cancer. Annals of Oncology. doi:10.1093/annonc/mdi080.